Oikos Pesaro
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un angolo di letture
IL GRUPPO DI PSICOTERAPIA, SCONGELAMENTI.
(Aprile 2025)
L’esperienza del gruppo di psicoterapia è appena iniziata, abbiamo salpato le vele e stiamo iniziando a navigare.
Il mare dentro cui ci siamo immersi è fatto di uno spazio e di un tempo ben preciso, durante il quale i nostri corpi si muovono, i nostri occhi si incrociano e le parole, poche, arrivano dritto al punto. Nel primo incontro abbiamo usato le nostre mani e la nostra creatività per costruire la maschera che ci rappresenta e presentarla al gruppo. Per qualcuno è stato sorprendentemente semplice, per qualcuno è stato difficilissimo, ognuno ha fermato qualcosa di sé, mettendoci qualcosa che viene da lontano e qualcosa di incredibilmente vicino. Alcuni hanno trasformato la propria maschera nell’incontro con l’altro, altri hanno chiarito meglio alcuni dettagli. Tutti abbiamo preso contatto, con noi stessi e con gli altri. Durante i nostri incontri, attraverso la bioenergetica impariamo a sentire cosa succede dentro di noi quando lasciamo che siano i corpi a parlare, come vogliono muoversi nello spazio quando li lasciamo liberi, cosa vogliono farci sentire quando ci avviciniamo o ci allontaniamo ai nostri compagni di viaggio. Guidati da Filippo lasciamo emergere delle verità sconosciute e prendiamo contatto, con la rabbia, con l’amore, con la paura, con il dolore, e con chissà cos’altro ancora. La parola gira veloce, emerge spontanea, a volte può diventare un urlo, spesso si ferma perché ha bisogno di stare, di approfondire, di ricordare, di condividere. Sono spaventato, ma più libero; mi sento vicina, a me, agli altri, vicina; sono svuotato del vuoto; provo tanta tenerezza; scongelamenti Il gruppo è il co- terapeuta più potente, come una cassa di risonanza con le vibrazioni più diverse fa eco ai vissuti di ognuno. Non ci si conosce ma scoprendosi man mano ognuno nelle proprie diversità, ci si sente meno soli e si osa pensare che la relazione, l’interazione, il calore umano che si sviluppa a partire da due sguardi che si incrociano è un potentissimo strumento di cura. Siamo solo all’inizio ma abbiamo messo le basi perché ognuno possa prender lo spazio che ritiene più giusto per sé, perché ognuno possa fidarsi e spingersi fin dove sente di poter andare. “Sono uomini e donne Piroscafi e bandiere Viaggiatori e viaggianti da salvare Di stazione in stazione E di porta in porta E di pioggia in pioggia E di dolore in dolore Il dolore passerà…” Barbara Mattioli
Resilienza: La Forza di Rimanere in Piedi Quando la Vita Ci Scompiglia
(Marzo 2025)
C’è chi la chiama forza interiore, chi spirito di adattamento. In psicologia, la chiamiamo resilienza: quella capacità, talvolta sorprendente, di rialzarsi dopo una caduta, di andare avanti anche quando la vita ci presenta un percorso pieno di curve e ostacoli. Ma la resilienza non è una qualità riservata a pochi “supereroi emotivi”. È una competenza che ciascuno di noi può sviluppare, giorno dopo giorno. Resilienza nella vita di tutti i giorni Pensa a quella volta in cui hai dovuto affrontare un cambiamento improvviso: un trasloco, una separazione, la perdita di un lavoro. All’inizio hai provato paura, smarrimento, forse persino rabbia. Poi, piano piano, hai trovato un modo per andare avanti. Hai chiesto aiuto, ti sei fatto forza, hai cercato nuove soluzioni. Ecco, quella è resilienza. Molto spesso, chi si trova in difficoltà si giudica “fragile” o “incapace di affrontare i problemi”. Ma se ci fermiamo a riflettere sulle difficoltà che abbiamo già superato, possiamo scoprire di avere dentro di noi più risorse di quanto crediamo. La resilienza non è qualcosa che si ha o non si ha, ma qualcosa che si costruisce, anche inconsapevolmente. La resilienza è una danza relazionale Nella prospettiva sistemico-relazionale, la resilienza non è solo una capacità personale, ma un processo che si sviluppa attraverso le nostre relazioni. Non siamo isole, siamo parte di un sistema di legami interconnessi. Quando affrontiamo una difficoltà, il modo in cui ci rialziamo dipende anche dalle relazioni che abbiamo intorno: una famiglia che ci sostiene, un amico che sa ascoltarci, un collega che ci incoraggia. E, allo stesso tempo, la nostra resilienza può essere contagiosa e diventare una risorsa per chi ci sta accanto. Pensiamo a una famiglia che vive un momento difficile: la perdita di una persona cara, una crisi economica, una malattia. Se i membri riescono a parlarsi, a condividere le emozioni e a sostenersi reciprocamente, è più probabile che, insieme, trovino nuove strategie per affrontare la situazione. La resilienza, dunque, non è solo individuale, ma si costruisce nella connessione. Come possiamo allenare la resilienza? La resilienza non si costruisce solo nei momenti di crisi. Possiamo coltivarla nella quotidianità attraverso piccoli gesti che ci aiutano a rafforzare la nostra capacità di adattamento. - Raccontati la tua storia con uno sguardo diverso – Prova a ripensare ai momenti difficili della tua vita e chiediti: “Che risorse ho messo in campo per superarli?” Spesso scoprirai di avere dentro di te più forza di quanto pensi. - Cura le tue relazioni – Chi sono le persone che ti fanno sentire accolto e ascoltato? Dedica tempo a questi legami e, quando possibile, chiedi aiuto senza paura. Essere resilienti non significa fare tutto da soli. - Impara a gestire le emozioni difficili – Non respingere le emozioni scomode come la paura o la tristezza. Accoglile, ascoltale e poi cerca di comprenderne il significato. Tecniche come la respirazione consapevole o la mindfulness possono aiutarti a restare centrato anche quando tutto sembra incerto. - Trova un senso nelle difficoltà – Non tutte le esperienze hanno un significato immediato. Ma col tempo, possiamo imparare a vedere come le difficoltà ci abbiano insegnato qualcosa su noi stessi e sulle nostre capacità. La resilienza si costruisce insieme A volte, quando ci troviamo in mezzo a una tempesta emotiva, può essere difficile vedere oltre le nuvole. Eppure, la capacità di rialzarci non dipende solo da quanto siamo forti da soli, ma anche dal sostegno che troviamo nelle nostre relazioni e dal significato che riusciamo a dare a ciò che viviamo. Essere resilienti non significa non cadere mai, né dover affrontare tutto senza difficoltà. Significa permettersi di sentire, di attraversare il dolore, di riconoscere la fatica senza vergogna e, soprattutto, di chiedere aiuto quando serve. La resilienza è un processo, un equilibrio in continuo movimento. Possiamo coltivarla giorno dopo giorno, imparando ad accogliere i cambiamenti, a gestire le emozioni e a riconoscere dentro di noi le risorse che ci permettono di andare avanti. E, soprattutto, ricordandoci che non siamo soli in questo percorso.
Elda Fucile
Gruppo
(Gennaio 2025)
Il gruppo è una dimensione fondamentale per stimolare una crescita completa ed armonica tra mente, corpo ed emozioni.
Non si partecipa ad un gruppo solo per guarire dal disagio psicologico ma si partecipa per aumentare la propria consapevolezza rispetto al mondo interiore e per capire davvero come ci si muove e come si sta nelle relazioni interpersonali.
Il gruppo ha tantissime finalità e livelli di lettura. Elenco di seguito alcuni fattori terapeutici:
SPERANZA: nel gruppo ci sono individui che si trovano a livelli diversi di cambiamento. Rispecchiarsi in chi è più avanti aiuta e trasforma.
UNIVERSALITA’: il gruppo aiuta a cambiare rispetto all’idea di essere senza uguali nella propria disgrazia. Togliersi di dosso il senso di unicità rispetto la propria patologia è un passo fondamentale. “non esistono pensieri o azioni estranee all’esperienza di altre persone”.
INFORMAZIONE: nel gruppo si apprende a livello cognitivo, esperienziale, emotivo e corporeo. Il terapeuta passa nozioni per modificare schemi, propone esercizi corporei che aiutano la consapevolezza.
ALTRUISMO: scoprire che siamo stati importanti per gli altri è un fenomeno fondamentale che da senso. Nel gruppo si fa esperienza concreta di essere d’aiuto agli altri.
RICAPITOLAZIONE CORRETTIVA DEL GRUPPO PRIMARIO FAMIGLIARE: il gruppo assomiglia per molti aspetti ad una famiglia: vi sono le figure autoritarie, i fratelli, i genitori… i componenti del gruppo hanno la possibilità di rivivere le dinamiche che hanno già vissuto all’interno della famiglia.
SOCIALIZZAZIONE: nel gruppo si apprendono le doti essenziali del vivere sociale. Nel gruppo si diventa consapevoli di come si interagisce con gli altri.
COMPORTAMENTO IMITATIVO: si possono prendere come modello gli altri membri del gruppo. Si impara osservando il modo in cui gli altri affrontano i problemi.
Nel gruppo si sviluppa una energia collettiva che amplifica le emozioni e il processo terapeutico. Questa energia può aiutare le persone a entrare in contatto con sentimenti profondi o represse, accelerando l'elaborazione emotiva. Nel gruppo “si sente”: si sente il corpo, si sentono le emozioni, si sentono gli altri. Questo sentire diventa una risorsa per il cambiamento e per la consapevolezza.
Filippo Mondini
Oikos Pesaro
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