Le seconde generazioni ci indicano la strada
Marie Rose Moro, una psicanalista transculturale francese ci propone una interessante riflessione sulle sfide legate alla crescita che si trovano ad affrontare i giovani adolescenti figli di famiglie immigrate ( le così dette "seconde generazioni").
Spesso questi giovani crescono con riferimenti culturali plurimi, quelli del paese di origine dei genitori, quelli della società in cui nascono, e quelli che si costruiscono nel loro contesto di vita.
L'adolescenza, con i mutamenti fisiologici che porta con sé, necessita di attraversare le costruzioni identitarie delle figure genitoriali e familiari e entrarci in conflitto.
L'adolescente, interrogandosi sulla propria storia quindi, si interroga anche sul legame di filiazione con coloro che lo hanno generato.
Per l'adolescente figlio di migranti questo passaggio è più complesso in ragione della discontinuità del contenitore culturale che governa i legami di filiazione e affiliazione.
Prendono le distanze dalla immagine idealizzata dei genitori e rimodellano i loro "ideali dell'Io" con figure sostitutive che trovano nella società, nel gruppo, nella banda.
I figli di famiglie che hanno vissuto un processo migratorio possono a volte trovarsi davanti al rischio di non trovare nelle famiglie di origine un involucro culturale sufficientemente strutturato per potersi dare una mappa nella propria costruzione del mondo.
Questo difficilissimo processo è un "rito di iniziazione" vero e proprio che prevede una fase di totale indefinitezza, confusione, caos, smembramento, per poi lentamente ritrovare una integrazione possibile dopo avere attraversato il conflitto.
IL RISCHIO è quello di rimanere imbrigliati nella difficoltà di trovare riferimenti educativi, culturali, di costruzione di senso sufficientemente solidi e quindi di restare ìn un limbo di non senso che può portare a quella devianza e patologizzazione che è sotto gli occhi di tutti.
DIFENDERE L'INCONTRO
Questi giovani sono capaci di trovare un modo di essere e di fare NUOVO E CREATIVO, a condizione di costruire legami con tutti i mondi a cui appartengono, a condizione, si potrebbe dire, di essere riconosciuti nelle loro appartenenze multiple, e di essere "inscritti" nel contesto di riferimento, e non assimilati, o cancellati. Possono diventare ciò che sono a condizione di trovare degli adulti e una comunità educante che gli permetta di "essere", essere ponte, essere straniero, essere mediatore, essere diverso, essere identico, non essere....per poter costruire un metissage creativo e nuovo che trovi una società in grado di fargli spazio.
Lo spazio di un incontro, dove la complessità dei mondi che si portano dentro possa essere vista e riconosciuta, con rispetto, curiosità e solidità.
COSA HANNO DA DIRE LE SECONDE GENERAZIONI AI LORO COETANEI?
Questa sfida al metissage, questa continua ricerca di affiliazioni possibili che diano senso e struttura al loro "essere", questa necessità di appartenze multiple, non è forse quello che si trovano ad affrontare tutti i giovani adolescenti di questa società così liquida da aver perso contenitori stabili?
Entrare in relazione e difendere l'incontro con i giovani con background migratorio osservare il mondo con i loro occhi senza giudizio e con curiosità può aiutarci a ricostruire un contenitore sufficientemente buono per tutti gli adolescenti in cerca di senso.
Buon inizio scuola a tutti dunque, grandi e piccoli!
Barbara Mattioli