Svelamenti
Scuola e adolescenti
(maggio 2024)Il mese di maggio risuona da sempre per me con la “Canzone del maggio” di De André che mi ricorda che c'è stato un tempo in cui si correva, si lottava e si rischiava per quello in cui si credeva.
Questo maggio, come tutti i mesi di maggio dell'anno scolastico è quello più intenso dell'anno.
Le aspettative che serpeggiano silenziose nei mesi precedenti si trasformano in questi giorni in necessità di voti, valutazioni, recuperi, bisogno di prove, di atteggiamenti e movimenti che mettano i ragazzi sotto un riflettore ben preciso, in una luce più chiara per gli insegnanti che devono valutare e decidere.
Insegnanti stressati, ragazzi stressati, genitori in apnea fino a metà giugno, oppure in fibrillazione tra un prof e l'altro o la presidenza per spostare il focus sul proprio ragazzo.
Quest'anno ho un osservatorio privilegiato per riflettere su questo strano mese e in generale sulla scuola; il Progetto Antidispersione del Ministero dell’istruzione, oggi chiamato del merito, attraverso il Pnrr ha previsto la possibilità che ci siano esperti esterni ad affiancare i ragazzi, i professori e le famiglie nell'arduo compito di dare senso al percorso scolastico e formativo con tutti quei ragazzi che un senso non lo trovano, o lo hanno perso per strada e rischiano di abbandonare il percorso scolastico.
Da questo osservatorio oggi sto imparando alcune nuove forme di contestazione che sono proprio gli adolescenti di oggi a svelarmi.
Ci ho messo un po’ a convincermi di iniziare a scriverci sopra, a decidermi di dare forma a un segreto svelatomi all'orecchio di uno spazio privilegiato, protetto, quasi segreto, ma scrivere è scolpire e siamo una società troppo effimera per non provare almeno a incidere su pietra quelli che penso siano dei modi di leggere la realtà che abbiamo la responsabilità di imparare.
Propongo qui alcune frasi, alcuni frammenti di conversazione che mi risuonano:
Ho il marciume del letto: (bed-rotting) quell'alone lasciato nel letto durante i periodi in cui alzarsi proprio non se ne parla. Nel letto si mangia, si piange, si parla, si dorme (ma rigorosamente di giorno), si gioca, tutto avviene sdraiati e solo lì ci si sente al sicuro, solo lì "ci si sente". Se ne è afflitti a periodi, se ne esce a tratti, generalmente per costrizione, per non sentire più urlare o piangere mamma, perché la scuola chiama o perché una amica o un amico ti trascinano fuori a forza.
Born to be wild: la natura come spazio in cui ci si sente persone e ci si sente bene. La si cerca e la si abita, possibilmente in piccoli gruppi senza uno scopo o una meta se non quello di stare e allontanarsi dalla città
Mi hanno doxato: termine che si usa nei social, quando qualcuno cerca informazioni su di te per poi “infamarti”, possono essere anche persone che non conosci e che non ti conoscono.
Libertà; di essere sé stessi, di farsi i c…. propri, di avere un proprio pensiero, di essere gentili.
Ci si sente vuoti senza sapere cosa succede dentro la nostra testa.
A scuola non mi insegnano a vivere, io sono una depressa felice.
Svelamenti.
Inconsapevoli contestazioni individuali che cercano connessioni.
Quale è il tessuto che connette? Che ci connette a loro e li aiuta ad emergere?
Questo meccanismo di contestazione con un linguaggio individuale, dobbiamo necessariamente interpretarlo nel migliore dei casi cogliendone un portato concettuale ideologico, o cercando tra le tante la giusta categoria diagnostica per poterlo meglio controllare, o è l’unico modo rimasto per elaborare criticamente la società che ci circonda?
Secondo me il portato rivoluzionario è scritto nei loro corpi, è un nuovo modo di affrontare il sociale e abbiamo il dovere di imparare a leggerlo.
E se credete ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte …
Buon maggio a tutti!
Barbara Mattioli